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Al Serpieri di Bologna la Giornata del 25 novembre nasce dalla voce degli studenti

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di Redazione

26/11/2025

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Una frase breve e tagliente comparsa sulla lavagna d’ingresso accoglie chi entra all’Istituto Tecnico Agrario Arrigo Serpieri di Bologna: “Se vuole spegnere la tua luce, tu lascialo nel suo buio.” Parole scelte dai ragazzi, non dagli adulti, che aprono una giornata scolastica dedicata al tema della violenza sulle donne, trasformando un edificio scolastico in un luogo di pensiero e responsabilità condivisa.

Una scelta collettiva: adottata la campagna regionale “Non sono tua”

Nella scuola che conta più di 500 studenti, sono stati proprio loro a proporre di adottare la campagna regionale “Non sono tua”, ideata per il 25 novembre. I manifesti colorati, stampati in varie dimensioni, non sono rimasti confinati alle bacheche: sono stati affissi nei corridoi, sulle porte, sulle scrivanie, nei bagni e nelle aule, in modo da diventare parte integrante della giornata di studio.

“Gli studenti volevano un messaggio forte e comprensibile, che raccontasse ciò di cui desideravano parlare,” racconta la professoressa Franca Ferroni, vicepreside, che spiega come la riflessione sia nata durante un incontro preparatorio a cui hanno partecipato ragazzi e ragazze. Al suono della prima campanella, gli studenti hanno distribuito i manifesti a tutta la comunità scolastica, perché l’attenzione non rimanesse astratta ma si trasformasse in dialogo.

Rispetto, consapevolezza e responsabilità: l’educazione come pratica quotidiana

Nel laboratorio dove campeggia un grande albero dipinto, i manifesti sono stati affissi come frutti simbolici, a ricordare che la cultura del rispetto cresce ogni giorno nelle relazioni. Federica Chiodi, rappresentante d’istituto, parla di continuità: iniziative diverse hanno segnato ogni 25 novembre, ma quest’anno l’obiettivo è stato estendere la partecipazione e ampliare la voce delle ragazze e dei ragazzi.

“Per noi è un promemoria che deve accompagnare tutti, non solo chi subisce,” aggiunge Giacomo Coviello, portavoce degli studenti: “Serve a capire che ci sono situazioni in cui certi comportamenti non sono affatto scontati, e parlarne è necessario.”

Il gesto più significativo forse è proprio questo: una comunità scolastica che decide di assumere posizione, senza retorica. Un 25 novembre che non si limita a parlare di violenza, ma prova a costruire anticorpi culturali.

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