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Beni confiscati e restituiti: Emilia-Romagna in prima linea nella lotta alla mafia

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di Redazione

18/09/2025

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Dal sequestro al riuso sociale

Quello che un tempo era simbolo di potere criminale oggi diventa presidio di legalità. In Emilia-Romagna sono 49 gli immobili confiscati alle mafie e recuperati con il sostegno della Regione. Solo nel 2025 sono stati finanziati 15 interventi, con 650mila euro destinati a nuove destinazioni d’uso, che vanno dall’accoglienza abitativa ai centri per attività educative e culturali. Un investimento che rafforza un percorso avviato più di dieci anni fa e che ha permesso di destinare oltre 7 milioni di euro al riuso sociale di questi beni.

Progetti diffusi in tutte le province

Il valore dei progetti non si limita alla ristrutturazione edilizia. A Reggio Emilia, epicentro dell’inchiesta Aemilia, due immobili confiscati diventeranno strutture a servizio di famiglie vulnerabili e centri di prossimità. A Sorbolo Mezzani, nel parmense, una palazzina sarà trasformata in 13 appartamenti per chi vive in condizioni di bisogno, con spazi comuni pensati per favorire la socialità.

Nella provincia di Modena un fabbricato diventerà un polo della legalità, un luogo aperto ai giovani con corsi, laboratori teatrali e attività culturali, mentre a Bologna, Ferrara e Ravenna sono in programma iniziative educative e percorsi di sensibilizzazione nelle scuole. L’assessora alla Legalità Elena Mazzoni sottolinea come l’obiettivo sia duplice: da un lato restituire alla collettività beni sottratti alle mafie, dall’altro trasformarli in strumenti di prevenzione, educazione civica e sostegno alla coesione sociale.

Dietro ogni progetto c’è la volontà di ribaltare il senso stesso di possesso mafioso: ciò che era il segno della sopraffazione diventa risorsa per la comunità, dimostrando che la legalità non è solo repressione, ma anche costruzione di nuove opportunità.

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