Bologna diventa capitale Onu per intelligenza artificiale e clima
di Redazione
23/09/2025
Un annuncio a Osaka ha sancito un passaggio destinato a lasciare il segno nella storia scientifica italiana: entro il 2025 Bologna ospiterà la prima università delle Nazioni Unite in Europa, dedicata all’applicazione dei big data e dell’intelligenza artificiale per affrontare il cambiamento climatico.
La scelta del Tecnopolo DAMA
Il nuovo istituto, battezzato UNU-AI, troverà casa al DAMA Tecnopolo di via Stalingrado, infrastruttura già nota per ospitare il centro di supercalcolo europeo e una rete di laboratori che intrecciano ricerca, tecnologia e alta formazione. La decisione dell’Onu di stabilire qui la propria sede europea nasce dalla capacità del territorio emiliano-romagnolo di mettere in relazione università, enti di ricerca e istituzioni pubbliche, creando un ecosistema unico nel suo genere.
Gli obiettivi sono ambiziosi: studiare l’impatto delle trasformazioni territoriali sull’ambiente e anticiparne le conseguenze grazie a simulazioni ad alte prestazioni, modelli predittivi e analisi di dati su scala planetaria. La ricerca non avrà confini geografici ma porrà particolare attenzione alle sfide del Mediterraneo e alle dinamiche del Sud del mondo, aree decisive per comprendere i futuri equilibri sociali, economici e ambientali.
Opportunità per ricerca e sviluppo
“È un traguardo che rafforza il posizionamento della nostra regione come punto di riferimento globale per scienza e innovazione”, ha affermato Michele de Pascale a margine della presentazione a Expo Osaka. Le sue parole trovano eco nell’intervento del vicepresidente Vincenzo Colla, che ha parlato di una straordinaria occasione per il Paese intero: “Con il centro di supercalcolo, la Fondazione Chips-It e ora UNU-AI, Bologna diventa un crocevia internazionale capace di attrarre talenti e sviluppare nuove alleanze con l’Europa e con il mondo”.
La nuova università, oltre a rafforzare la reputazione scientifica del territorio, apre infatti la strada a un sistema di collaborazioni in grado di portare investimenti, progetti congiunti e accesso privilegiato ai fondi comunitari. Un passo che proietta l’Italia nel cuore della sfida globale per un futuro sostenibile.
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