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Dal 2026 integrazione obbligatoria tra POS e registratori telematici: cosa prevede il provvedimento dell’Agenzia delle Entrate

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di Redazione

20/11/2025

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Con il provvedimento del 31 ottobre 2025, l’Agenzia delle Entrate ha definito in modo puntuale come avverrà il collegamento tra gli strumenti di pagamento elettronico e i sistemi di certificazione dei corrispettivi. Un intervento che rende pienamente operativa una delle innovazioni introdotte dalla Finanziaria 2025 e che punta a un controllo automatico e trasparente dei flussi di incasso.

Come funziona la nuova procedura digitale

L’intero sistema si basa su un presupposto chiaro: l’integrazione tra POS e registratori telematici non sarà fisica ma digitale, realizzata esclusivamente attraverso il portale Fatture e Corrispettivi.
Ogni esercente dovrà accedere alla propria area riservata, identificare il POS tramite il relativo codice univoco e collegarlo al registratore telematico già attivo nell’unità locale.
La procedura potrà essere svolta anche da un delegato autorizzato, un dettaglio che agevola attività complesse o con più punti vendita.

Non meno importante è l’obbligo di aggiornamento: qualsiasi sostituzione, modifica o nuova attivazione impone di ripetere il collegamento, pena sanzioni pesanti.
Le tempistiche sono differenziate: chi dispone già di un contratto di convenzionamento dovrà adeguarsi entro 45 giorni dalla pubblicazione del servizio online; chi attiverà nuovi POS dopo il 31 gennaio 2026 dovrà rispettare finestre temporali precise, legate al secondo mese successivo all’attivazione.

Pagamenti tracciati e verifiche incrociate: la nuova stagione dei controlli fiscali

Dal 1° gennaio 2026, l’indicazione della modalità di pagamento nella chiusura giornaliera non potrà più essere trattata come un attributo statistico.
L’Agenzia ha stabilito che i dati relativi ai pagamenti elettronici devono essere memorizzati al momento dell’emissione del documento e trasmessi quotidianamente in forma aggregata, utilizzando le stesse specifiche tecniche dei registratori telematici.

Il nuovo modello consente verifiche immediate: ogni pagamento elettronico dovrà corrispondere a un corrispettivo registrato, e ogni scostamento potrà essere rilevato automaticamente.
Il quadro sanzionatorio è conseguente alla rigidità del sistema: da 1.000 a 4.000 euro per mancata associazione del POS; sospensione dell’attività nei casi più gravi; 100 euro per ogni trasmissione non memorizzata, anche se l’IVA risulta versata.

Per gli esercenti significa adottare nuove abitudini operative, controllare con maggiore attenzione l’immissione dei dati in cassa e gestire ogni modifica dei dispositivi con tempestività.
Una riforma che, più che introdurre tecnologia, introduce metodo.

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