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Dove i bambini crescono tra orti e filari: l’Agrinido “Grappolino”, esempio nazionale di educazione rurale

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di Redazione

26/11/2025

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Nel cuore della campagna modenese, là dove i vigneti si inseguono senza interruzione e il ritmo della giornata segue il passo della natura, un edificio rurale rinasce con un destino completamente diverso da quello originario. È l’Agrinido “Grappolino”, una scuola dell’infanzia per bambini dai dieci ai trentasei mesi che ha trasformato un ex immobile agricolo in un luogo di cura, apprendimento e scoperta immerso nel paesaggio. Non un semplice nido, ma un ambiente in cui l’educazione non è separata dal territorio: la terra diventa la prima maestra, l’orto un laboratorio quotidiano e il contatto con gli animali un’esperienza di responsabilità e meraviglia.

La forza del progetto è stata riconosciuta con il primo premio alle “Buone pratiche dell’Italia rurale 2025”, iniziativa nazionale promossa dal Ministero dell’Agricoltura nell’ambito del percorso “Coltiviamo insieme il domani”, nato per raccontare come i fondi europei siano in grado di rinnovare i servizi e ridare centralità ai territori più periferici. L’Agrinido è stato selezionato tra sei finalisti e premiato a Roma come esempio replicabile di nuova educazione rurale.

Una riqualificazione che unisce sostenibilità, pedagogia e territorio

La realizzazione è stata possibile grazie al sostegno della Regione Emilia-Romagna, che ha investito oltre 185mila euro attraverso il Programma di sviluppo rurale. L’intervento ha permesso di recuperare un edificio aziendale inutilizzato, trasformandolo in una struttura antisismica, autosufficiente dal punto di vista energetico e progettata con materiali naturali e tecniche sostenibili. Le grandi vetrate affacciano sui filari e sugli spazi verdi della fattoria sociale, garantendo continuità visiva e percettiva tra interno ed esterno, mentre ambienti a temperatura controllata e ampi spazi luminosi favoriscono benessere e calma.

Attorno, un giardino didattico collega la scuola all’orto e al frutteto: i bambini seminano, osservano germogli, raccolgono frutta, e vedono da vicino galline, caprette e animali da cortile, imparando cosa significa prendersi cura di un’altra forma di vita. La quotidianità educativa è intrecciata al ciclo agricolo: il tempo del seme e quello del raccolto diventano metafore di crescita.

Un presidio sociale contro spopolamento e isolamento delle aree rurali

La valenza sociale del progetto è ciò che maggiormente ha colpito la giuria nazionale. L’assessore regionale all’Agricoltura, Alessio Mammi, ha definito l’Agrinido “un presidio educativo e culturale che restituisce alla campagna la sua vocazione comunitaria”, sottolineando come un’azienda agricola possa diventare luogo di inclusione e servizio pubblico. L’iniziativa contrasta lo spopolamento delle zone rurali, riduce la necessità di spostamenti per le famiglie, genera lavoro qualificato e rafforza il senso di appartenenza al territorio.

Accreditato dal Comune di Modena, il Grappolino è il risultato di una collaborazione tra istituzioni pubbliche e realtà agricole che interpretano la multifunzionalità come responsabilità sociale e non solo come diversificazione economica. È una risposta concreta al bisogno di servizi educativi nelle frazioni lontane dai centri urbani e una dimostrazione di come l’innovazione possa nascere dalla terra e tradursi in qualità della vita.

Chi entra all’Agrinido comprende immediatamente che il paesaggio non è uno scenario, ma una parte essenziale del progetto pedagogico: bambini che osservano una foglia cambiare colore, che ascoltano il vento muovere le viti, che imparano la pazienza e la cura prima ancora delle parole. È questo il motivo per cui il riconoscimento nazionale non premia soltanto una struttura, ma una visione: quella di una comunità rurale che sceglie di rigenerarsi partendo dall’infanzia.

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