Emilia-Romagna, il cuore verde della manifattura italiana
di Redazione
14/11/2025
Tra i capannoni di Sassuolo e le pianure del Parmense, la sostenibilità non è più una parola d’ordine ma una pratica quotidiana. Il Rapporto GreenER 2025 fotografa un territorio che ha saputo trasformare la propria tradizione industriale in un modello avanzato di responsabilità ambientale, dove innovazione e qualità produttiva viaggiano insieme.
Dati che raccontano un cambiamento reale
Nel sistema EMAS, che misura la gestione ambientale volontaria, l’Emilia-Romagna si conferma tra le prime regioni d’Italia con 141 certificazioni. Un traguardo che acquista ancora più valore se rapportato alla densità delle imprese: qui ogni 1.000 aziende, 30 hanno scelto di sottoporsi a un processo di verifica indipendente per ridurre il proprio impatto.
A queste si aggiungono oltre 4.000 certificazioni ISO 14001, che definiscono standard rigorosi di gestione ambientale e di miglioramento continuo delle prestazioni.
Il territorio mostra anche un notevole slancio nel campo della certificazione dei prodotti: 52 licenze Ecolabel UE, 509 dichiarazioni EPD e una presenza significativa nei sistemi ReMade in Italy (753 prodotti) e Plastica Seconda Vita (1.014 prodotti), segno di un’industria che guarda con concretezza ai principi dell’economia circolare.
Un vantaggio competitivo per le imprese locali
“Le certificazioni ambientali – ha spiegato Vincenzo Colla, vicepresidente regionale – sono ormai una chiave per restare connessi ai grandi capifiliera europei e garantire qualità del lavoro e sicurezza, anche digitale.”
Dati e parole che descrivono una regione dove la sostenibilità si traduce in valore economico, in fiducia dei consumatori e in nuove opportunità d’impresa. Un percorso che posiziona l’Emilia-Romagna come punto di riferimento nazionale nella costruzione di un futuro produttivo più pulito e responsabile.
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