Emilia-Romagna, nuove risorse per i nidi: più posti e rette quasi azzerate

L’Emilia-Romagna conferma la sua vocazione di regione attenta al diritto all’educazione fin dalla primissima infanzia. Con un bando che ha coinvolto 231 Comuni e Unioni, sono stati finanziati 7.086 posti nei servizi 0-3 anni per l’anno educativo 2025-2026. L’investimento complessivo supera i 38 milioni di euro e segna un ulteriore passo verso il traguardo europeo del 45% di copertura dei servizi entro il 2030, obiettivo che la Regione punta a superare già entro il 2026.

Più accesso, meno costi

La manovra regionale si sviluppa lungo due direttrici: creare nuovi posti e abbattere i costi. I bambini delle aree montane e interne avranno diritto alla gratuità del servizio se le famiglie presentano un Isee fino a 40.000 euro, mentre negli altri Comuni si garantisce una riduzione significativa delle rette per chi ha un Isee entro i 26.000 euro. Nel complesso, oltre 5.500 famiglie beneficeranno di queste misure, che si sommano ad altri sostegni nazionali e locali, evitando dispersione di risorse e aumentando l’efficacia del sistema.

L’educazione 0-3 come investimento di comunità

La scelta di rafforzare i servizi per la prima infanzia non risponde soltanto a un’esigenza sociale, ma rappresenta un investimento strategico nel capitale umano e nella coesione dei territori. Le ricerche internazionali hanno dimostrato come la frequenza precoce dei nidi migliori le capacità cognitive, emotive e relazionali dei bambini. Parallelamente, l’ampliamento dell’offerta facilita la conciliazione dei tempi di vita e lavoro e sostiene l’occupazione femminile. Una visione che conferma l’Emilia-Romagna come laboratorio avanzato di welfare territoriale riconosciuto anche a livello europeo.