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Lo Scriba Festival racconta le “dittature a domicilio”: tre giorni per smascherare il potere invisibile

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di Redazione

16/11/2025

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A Bologna e Castel Maggiore la parola torna a essere strumento di indagine. La settima edizione dello Scriba Festival, in programma dal 14 al 16 novembre, sceglie un titolo che suona come una provocazione: “Dittature a domicilio”. Non quelle dei regimi dichiarati, ma quelle che si insinuano nel linguaggio quotidiano, nelle abitudini digitali, nei meccanismi di consenso che si riproducono dentro le nostre case e nei nostri schermi.

La libertà come racconto, la parola come resistenza

“È importante riconoscere le dittature che ci circondano, perché la prima liberazione passa dalla consapevolezza”, ha dichiarato il direttore Piero Di Domenico, sintetizzando la vocazione di un festival che da anni intreccia scrittura, attualità e politica culturale.
Il programma si apre venerdì al DAMSLab con un confronto sulle dittature domestiche, seguito dallo scrittore Marco Malvaldi con il suo Calcio? Questione di algoritmo, dove sport e matematica si fondono in un esercizio di libertà mentale. Poi Elena Di Gioia, direttrice artistica di Ert, parlerà del potere della scrittura teatrale, e in serata il pubblico assisterà alla proiezione del documentario Ai Weiwei’s Turandot, simbolo di una ribellione artistica che attraversa i confini.

Il giorno successivo, Matilda De Angelis diventa protagonista di un doppio appuntamento: al mattino con i bambini di Castel Maggiore, al pomeriggio in dialogo con l’entomologo Gianumberto Accinelli per riflettere sulle dittature nel mondo animale, un modo ironico e poetico di parlare del potere naturale e delle gerarchie istintive.
Alla Casa di Quartiere Katia Bertasi, la parola passa ai magistrati Zincani e Grassi e all’autrice Novella Tei, mentre la Salaborsa accoglie Stefano Accorsi e Giulio Boccaletti in un incontro sulla narrazione delle crisi ambientali, a metà tra scienza e teatro.

Dalla memoria alla poesia: la chiusura civile di una rassegna

Domenica sarà la giornata del ricordo. Enzo Cicco, primo operatore a filmare la strage del 2 agosto, consegnerà il documento originale alla città, in presenza del sindaco Matteo Lepore.
Settant’anni di immagini che tornano a essere racconto, memoria, testimonianza.
Poi, la voce collettiva della Slam Poetry chiuderà il festival in piazza Dalla, con parole che non cercano applausi, ma attenzione e ascolto.

Lo Scriba Festival conferma così la sua natura: non una celebrazione della scrittura, ma un laboratorio di coscienza pubblica, dove la libertà si misura attraverso la precisione del linguaggio e il coraggio del pensiero.

Redazione

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