Modena segna la svolta nella trapiantologia europea
di Redazione
17/09/2025
Per la prima volta in Europa è stato realizzato un trapianto di fegato da donatore vivente interamente robotico. È accaduto al Policlinico di Modena, dove un’équipe guidata dal professor Fabrizio Di Benedetto ha eseguito, con il robot daVinci, sia il prelievo dell’emifegato dal donatore che l’inserimento nel ricevente.
Un successo clinico e umano
Il duplice intervento, svolto lo scorso giugno, ha avuto esiti straordinari: il donatore è tornato a casa dopo appena quattro giorni, il ricevente dopo dieci. L’approccio robotico riduce in maniera significativa l’invasività, aumenta la precisione delle suture e consente di affrontare un trapianto complesso con un livello di sicurezza più elevato.
La lunga strada verso l’innovazione
Quello di oggi non è un risultato isolato, ma l’esito di oltre un decennio di investimenti e ricerca. Dal 2014 la chirurgia modenese ha introdotto progressivamente la robotica in ambito epatico e pancreatico, fino ad applicarla ai trapianti di rene e, oggi, di fegato. Una tradizione di innovazione riconosciuta a livello mondiale, come testimoniano le recenti Consensus Conference di Parigi, Riyadh e Toronto.
La rete emiliano-romagnola e il valore del dono
Il traguardo conferma la forza di un sistema sanitario pubblico che ha saputo costruire una rete capillare: 23 sedi donative e tre centri trapianto in grado di offrire standard elevati di cura. Senza la generosità dei donatori e il lavoro delle associazioni, ha ricordato il direttore generale Luca Baldino, nulla di tutto questo sarebbe possibile. Il gesto del donatore vivente, in particolare, rappresenta una forma di altruismo che rende etico e doveroso cercare tecniche sempre più sicure e rispettose.
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