Palazzo Corbelli rinasce: la casa del Comune di Concordia torna simbolo di comunità
di Redazione
03/11/2025
L’eco del sisma del 2012, che aveva ferito il cuore di Concordia sulla Secchia, lascia spazio oggi alla musica della Filarmonica Giustino Diazzi e al suono dei passi che tornano a risuonare nel cortile di Palazzo Corbelli. L’edificio settecentesco, chiuso da oltre un decennio, riapre al pubblico dopo un imponente restauro architettonico e sismico, restituendo alla cittadinanza un luogo di identità, storia e partecipazione.
Un restauro di precisione e rispetto
Il progetto, dal valore complessivo di 10,2 milioni di euro, è il risultato di un lavoro durato oltre tre anni, che ha visto coinvolte decine di imprese e tecnici specializzati. L’intervento, coordinato dall’architetta Elisabetta Dotti, ha coniugato rigore ingegneristico e sensibilità storica: le murature sono state consolidate, i solai lignei ricostruiti, i telai metallici inseriti per garantire resistenza antisismica, mentre la Sala Magna e la Sala del Sindaco hanno ritrovato la loro eleganza originaria grazie a un restauro conservativo dei decori settecenteschi.
Durante i lavori è stato rinvenuto un pozzo ottocentesco, oggi restaurato e valorizzato come memoria del tempo.
Un simbolo della ricostruzione emiliana
La riapertura del palazzo è stata accolta come una festa collettiva. Alla cerimonia erano presenti il presidente Michele de Pascale, l’assessore Davide Baruffi e la sindaca Marika Menozzi, che ha parlato di “un ritorno delle funzioni pubbliche nel cuore del paese, dopo anni di assenza e di attesa”.
Il nuovo municipio ospiterà gli uffici comunali dal marzo 2026 e, entro la fine dello stesso anno, un museo civico dedicato alla storia di Concordia. L’iniziativa si inserisce in un processo di rigenerazione che ha già visto la ricostruzione delle scuole, dei teatri e degli impianti sportivi.
“Questo edificio – ha detto de Pascale – testimonia la capacità dell’Emilia-Romagna di rialzarsi e ricostruire senza perdere la propria anima”. Un segno tangibile di resilienza e di rinascita culturale che chiude un ciclo e ne apre un altro, proiettando Concordia verso una nuova stagione di vitalità urbana e memoria condivisa.
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