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Rifare l’impianto idraulico: quando serve, come farlo e quanto costa davvero

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di Redazione

05/11/2025

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Rifare un impianto idraulico non è solo un intervento tecnico, ma una vera e propria rigenerazione della casa. Le tubazioni sono il sistema circolatorio dell’abitazione: se si deteriorano, tutto il comfort domestico ne risente. Perdite d’acqua, pressione irregolare, rumori negli scarichi o macchie di umidità sono spesso segnali che indicano la necessità di un rifacimento completo.

Capire quando e come intervenire, quali materiali scegliere e come leggere correttamente un preventivo è essenziale per affrontare il lavoro con consapevolezza. Un impianto idraulico ben rifatto dura decenni e assicura sicurezza, efficienza e risparmio energetico.

Quando rifare un impianto idraulico

Ogni impianto ha una durata limitata. Le tubazioni in ferro zincato o rame posate prima degli anni ’90 sono spesso soggette a corrosione interna e incrostazioni di calcare.
I sintomi tipici di un impianto da rifare sono:

  • perdita di pressione o portata d’acqua;

  • rumorosità anomala nei tubi;

  • perdite o infiltrazioni nei muri;

  • acqua sporca o dal sapore metallico;

  • difficoltà a regolare la temperatura tra acqua calda e fredda.

Un controllo tecnico accurato, con ispezione termografica o test di pressione, consente di verificare lo stato reale delle tubazioni e degli scarichi.

Quando si ristruttura casa, conviene sempre includere anche il rifacimento dell’impianto idraulico, per evitare di dover rompere pavimenti o pareti pochi anni dopo.

Analisi preliminare e progetto tecnico

Prima di iniziare i lavori, un progetto idraulico dettagliato è indispensabile.
Il tecnico analizza:

  • la planimetria della casa;

  • il numero dei punti acqua;

  • la posizione di caldaia, lavatrice, lavastoviglie e sanitari;

  • la distanza dalla colonna di scarico principale.

In base a questi elementi, si stabiliscono i percorsi delle tubazioni e si decide se optare per una posa a parete (classica, più invasiva) o a pavimento, più discreta ma costosa.

La progettazione è anche l’occasione per aggiornare l’impianto alle nuove norme UNI 9182 e 7129, che regolano sicurezza, materiali e dimensionamento.

Scelta dei materiali

Il materiale delle tubazioni è una delle scelte più importanti.
Oggi, le soluzioni più diffuse sono:

  • Multistrato: lega alluminio e polietilene, resistente e duraturo, ideale per impianti domestici.

  • Polietilene reticolato (PEX): flessibile, economico e resistente alla corrosione.

  • Rame: nobile e longevo, ma più costoso e soggetto al calcare.

  • Acciaio inox: usato negli impianti di fascia alta, igienico e praticamente eterno.

Per gli scarichi, si utilizzano tubi in PVC o polipropilene ad alta densità, che garantiscono isolamento acustico e lunga durata.

Il materiale scelto influenza non solo il costo, ma anche la velocità di installazione e la manutenzione futura.

Come si rifà un impianto idraulico

Il rifacimento segue una sequenza precisa di fasi operative:

  1. Rimozione del vecchio impianto
    Si smontano i sanitari e si tracciano i percorsi dei tubi esistenti. Le murature vengono aperte solo dove necessario.

  2. Posa delle nuove tubazioni
    I nuovi tubi vengono installati in trincee a parete o pavimento, fissati e isolati termicamente per evitare condensa e rumori.

  3. Collegamento ai collettori
    Tutti i circuiti si raccordano a collettori principali facilmente ispezionabili, da cui partono le linee per bagno, cucina e lavanderia.

  4. Prove di tenuta
    Prima di richiudere le pareti, si eseguono test di pressione per verificare l’assenza di perdite.

  5. Ripristino murario e finiture
    Dopo il collaudo, si procede alla chiusura delle tracce, all’intonaco e al ripristino del pavimento o delle piastrelle.

Il tempo medio per rifare un impianto idraulico in un appartamento di 80-100 mq è di 5–7 giorni lavorativi, a seconda della complessità.

Costi e preventivo realistico

Il preventivo per rifare un impianto idraulico varia in funzione di diversi fattori: metratura, numero di punti acqua, materiali e tipo di installazione.
Indicativamente:

  • Appartamento piccolo (1 bagno + cucina): da 2.000 a 3.500 euro.

  • Casa media con due bagni: tra 4.000 e 6.000 euro.

  • Abitazione di grandi dimensioni o impianto di fascia alta: oltre 7.000 euro.

Un preventivo completo deve includere:

  • rimozione vecchie tubazioni;

  • fornitura e posa di nuovi tubi e raccordi;

  • collegamenti agli scarichi;

  • collaudo e dichiarazione di conformità;

  • eventuali opere murarie e ripristini.

È importante verificare che nel prezzo siano comprese le certificazioni e la manodopera specializzata. Un impianto non certificato può compromettere la sicurezza e invalidare le garanzie.

Tecnologie e comfort moderno

Rifare l’impianto è l’occasione ideale per introdurre tecnologie di nuova generazione.
Tra le soluzioni più richieste:

  • Addolcitori automatici, che eliminano il calcare e proteggono caldaia e rubinetterie.

  • Rubinetterie termostatiche per un controllo preciso della temperatura.

  • Cassette di scarico a doppio tasto per il risparmio idrico.

  • Impianti domotici, che monitorano perdite o gestiscono la pressione in modo automatico.

Integrare questi sistemi durante il rifacimento è molto più semplice e meno costoso rispetto a un successivo intervento.

Rifare l’impianto senza sprechi

Un rifacimento ben eseguito non deve significare demolizione totale.
Le nuove tecniche di posa a secco o a parete esterna permettono di ridurre tempi e disagi.
In alcuni casi, le nuove tubazioni possono essere inserite in canaline esistenti o passaggi tecnici, evitando di rompere completamente le murature.

Un tecnico esperto valuta sempre se conviene ripristinare alcune parti o sostituirle integralmente. La soluzione migliore è quella che assicura efficienza e durabilità, senza eccessi di costo.

Dettagli che garantiscono durata

Un impianto rifatto bene si riconosce da:

  • pendenze corrette negli scarichi;

  • collettori accessibili e numerati;

  • isolamento acustico dei tubi di scarico;

  • rubinetti di intercettazione per ogni linea;

  • giunti pressati certificati.

Dopo la posa, ogni impianto deve essere collaudato e corredato di dichiarazione di conformità. Senza questo documento, l’impianto non è considerato a norma.

Comfort acustico e termico

Rifare l’impianto è anche l’occasione per migliorare il comfort della casa.
Le nuove tubazioni insonorizzate riducono i rumori di scarico, mentre gli isolamenti termici evitano dispersioni e condense.
Un impianto ben progettato consente di avere acqua calda stabile anche quando più rubinetti sono aperti contemporaneamente, evitando gli sbalzi tipici dei vecchi sistemi.

Sostenibilità e risparmio

Le normative attuali spingono verso impianti più sostenibili. L’utilizzo di materiali riciclabili, rubinetterie a basso flusso e sistemi di recupero delle acque piovane consente di ridurre i consumi senza sacrificare il comfort.
Un impianto efficiente, inoltre, aumenta il valore energetico dell’abitazione e rientra spesso tra gli interventi agevolabili con bonus ristrutturazione o ecobonus.

Affidarsi a professionisti

Il rifacimento di un impianto idraulico è un lavoro da affidare esclusivamente a professionisti qualificati.
Solo un tecnico abilitato può garantire la conformità alle norme e rilasciare la documentazione necessaria.
Un buon idraulico non si limita a installare tubi: ascolta le esigenze del cliente, valuta la disposizione della casa e propone soluzioni su misura.

Conclusione: l’impianto come garanzia di serenità

Rifare un impianto idraulico non è solo un costo, ma una scelta di sicurezza e qualità della vita.
Un impianto efficiente, silenzioso e ben isolato significa meno manutenzione, meno sprechi e più comfort.
È un investimento che non si vede, ma che si sente ogni giorno: nell’acqua limpida, nella doccia stabile, nel silenzio delle pareti.

Un lavoro ben progettato e certificato non è mai una spesa, ma una forma di tranquillità che accompagna la casa per decenni.

Redazione

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