Un ponte culturale tra Reggio Emilia e Roma per i patrimoni dal mondo
di Redazione
21/10/2025
La firma della convenzione tra i Musei Civici di Reggio Emilia e il Museo delle Civiltà di Roma segna l’inizio di un progetto ambizioso di cooperazione scientifica e museale che porterà al riallestimento della collezione etnografica reggiana, composta da oltre 1.700 pezzi provenienti da quattro continenti. Un patrimonio di valore internazionale, raccolto in più di un secolo di studi, esplorazioni e scambi, che torna oggi al centro di una riflessione sul ruolo dei musei nella contemporaneità.
Una collaborazione per raccontare le culture del mondo
L’accordo prevede uno scambio di competenze e risorse tra le due istituzioni, finalizzato alla realizzazione di nuovi percorsi di ricerca, didattica e valorizzazione, oltre che al supporto tecnico e curatoriale per il riallestimento della Sezione etnografica “Mondi” dei Musei Civici.
L’esperienza del Museo delle Civiltà, che al suo interno comprende il Museo nazionale preistorico ed etnografico “Luigi Pigorini”, offrirà un contributo determinante in termini di metodo e visione.
Al centro del progetto c’è l’idea di un museo dinamico, capace di restituire valore alle collezioni storiche con un linguaggio contemporaneo, mettendo in dialogo le culture rappresentate e il pubblico di oggi.
Un’eredità da leggere con nuovi occhi
La raccolta etnografica reggiana nacque a fine Ottocento grazie a Gaetano Chierici, figura cardine nella storia culturale della città, e si è arricchita nel tempo con reperti provenienti da Africa, Asia, America e Oceania: armi cerimoniali, abiti tradizionali, strumenti musicali e manufatti rituali, provenienti dalle popolazioni Shilluk, Kikuyu, Meru e Sakai, dai Dajak dell’Indonesia fino alle tribù delle Grandi Pianure americane.
Ogni oggetto racconta una storia di incontro e di scambio, ma anche di interpretazione e responsabilità verso il passato.
Con l’ingresso dei Musei Civici nella rete Mipam – Musei Italiani con Patrimonio dal Mondo, Reggio Emilia si colloca oggi all’interno di un contesto nazionale che riconosce l’importanza di una nuova etnografia museale, inclusiva e partecipata.
L’accordo con Roma rappresenta un passo decisivo verso un modello di cooperazione culturale in cui i musei diventano spazi di dialogo tra storie, popoli e generazioni.
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